Giornata Mondiale dell’Alimentazione: Udine celebra la Dieta Mediterranea, ma l’Italia fa i conti con fame e spreco record

Oggi, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, promossa dalla FAO, Udine si unisce alle celebrazioni globali con un evento di rilievo. Il Club per l’Unesco di Udine dedica la serata al tema “La Dieta Mediterranea Patrimonio dell’Umanità“, onorando il riconoscimento UNESCO ottenuto un decennio fa.

L’appuntamento è alle 18 presso il Ristorante Ramandolo in via Forni di Sotto. I lavori saranno aperti dalla presidente del Club, Renata Capria D’Aronco, che ripercorrerà il significato del titolo UNESCO e le iniziative promosse in Friuli Venezia Giulia sul tema. Seguirà l’intervento del maestro di cucina e executive chef Germano Pontoni su “La Dieta Mediterranea in Friuli Venezia Giulia: un modo di alimentarsi e di vivere in salute”. A concludere l’incontro saranno i professori Edo D’Agaro e Ugo Falcone, autori del testo “La Dieta Mediterranea in Friuli Venezia Giulia”.

L’allarme fame e spreco nell’anno degli 80 anni FAO

La ricorrenza del 2025 non è solo celebrativa, ma offre l’occasione per riflettere sugli 80 anni della FAO e sulle criticità dei sistemi agroalimentari globali. Il contesto è fragile, segnato da conflitti, crisi climatiche ed economiche che minacciano la sicurezza alimentare mondiale. A livello globale, i dati sono drammatici: nel 2024 circa 673 milioni di persone hanno sofferto la fame cronica, con un’insicurezza alimentare acuta che ha toccato il suo picco storico dal 2016.

L’emergenza si riflette con forza anche in Italia. Secondo l’Osservatorio Waste Watcher International, in vista del World Food Day, il 13,9% della popolazione italiana – circa 8 milioni di persone – vive in condizioni di insicurezza alimentare moderata o severa.

Il paradosso italiano: “Un Paese che spreca e che ha fame”

A questo dato si contrappone il paradosso dello spreco. Ogni anno, in Italia, si buttano 1,7 milioni di tonnellate di cibo domestico, un volume che, tradotto in pasti, basterebbe a sfamare oltre tre milioni di persone in povertà alimentare per un anno intero.

«Alle soglie del 16 ottobre, l’Italia è un Paese che spreca e che ha fame – spiega l’agroeconomista Andrea Segrè, direttore scientifico di Waste Watcher –. Il 13,8% degli italiani teme di trovarsi in una situazione di insicurezza alimentare nei prossimi dodici mesi».

Nonostante lo spreco domestico sia diminuito del 18,7% tra il 2024 e il 2025, resta un fenomeno strutturale: in media, ogni italiano getta 555,8 grammi di alimenti a settimana. Segrè sottolinea come spreco e povertà si alimentino a vicenda: «Chi ha meno tende a sprecare di più in quantità e in qualità… Un circolo vizioso in cui spreco e povertà si alimentano reciprocamente, aggravando disuguaglianze».

Diritto al cibo in Costituzione e la sfida 2030

Di fronte a questa crisi, cresce la consapevolezza: un italiano su due (51%) si dichiara favorevole a inserire il Diritto al cibo in Costituzione, anche a costo di un aumento della tassazione per finanziare il welfare nutrizionale.

L’Italia, osserva ancora Segrè, può giocare un ruolo guida grazie alle sue innovazioni, come l’app Sprecometro, che ha già permesso di evitare l’equivalente di 80.000 pasti sprecati. La sfida ora è cogliere l’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030, che per l’Italia significa arrivare a uno spreco settimanale medio di 369,7 grammi pro capite.

«Mancano 186 grammi per arrivare al 2030 perfettamente ‘in linea’ – ricorda Segrè –. Abbiamo 5 anni per cogliere questo risultato». Ridurre lo spreco, conclude il messaggio della FAO, significa dare pieno valore al cibo come bene comune e strumento di giustizia sociale.

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